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DHL Global Connectedness Report 2024

Virginia Giorgetti
Virginia Giorgetti
Communication Specialist
Tempo di lettura: 4 minuti
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DHL Global Connectedness Report 2024

In un contesto mutevole come quello odierno, è più che mai importante basare le decisioni aziendali su fatti oggettivi e la 10° edizione del DHL Global Connectedness Report è uno strumento utile proprio a questo scopo.

Scopri subito quali sono le principali tendenze del commercio a livello globale e potenzia le strategie per il successo oltre confine del tuo business!

Mentre i vantaggi della globalizzazione sono generalmente ricondotti al commercio transfrontaliero, il DHL Global Connectedness Report 2024 adotta una visione più ampia, attingendo a quasi 9 milioni di dati per fornire un ritratto completo dei flussi internazionali di capitali, informazioni e persone. Non solo misura la dimensione di questi flussi ma anche le interazioni tra Paesi, elaborando un indice unico sia in termini di dimensioni che di raggio geografico.

  • Flusso del commercio: quanto un Paese esporta e importa beni e servizi e quanto il suo commercio è ampio a livello globale;
  • Flusso di capitali: gli investimenti che entrano ed escono da un Paese;
  • Flusso di informazioni tra un Paese e gli altri: il traffico di notizie online, la collaborazione nella ricerca scientifica e la larghezza di banda Internet internazionale;
  • Flusso di persone: livello e portata geografica dei viaggi internazionali e delle migrazioni di un Paese.

Affinché un Paese sia connesso a livello globale deve essere caratterizzato sia da ampi flussi internazionali rispetto alle dimensioni della propria economia nazionale (“profondità”), sia da flussi internazionali distribuiti in tutto il mondo anziché concentrati in un’area ristretta (“ampiezza”). 

Con una classifica dettagliata e un'analisi di 181 Paesi, il DHL Global Connectedness Report offre una visione impareggiabile sulle tendenze del commercio globale, rendendolo una lettura fondamentale per qualsiasi azienda con ambizioni di crescita internazionale.

"Non c'è indice migliore che misuri la connessione globale complessiva delle Nazioni [...]. Un riferimento assolutamente indispensabile per discutere sullo stato della globalizzazione, ma anche sul fatto se questa stia avanzando o regredendo".

"Non c'è indice migliore che misuri la connessione globale complessiva delle Nazioni [...]. Un riferimento assolutamente indispensabile per discutere sullo stato della globalizzazione, ma anche sul fatto se questa stia avanzando o regredendo".

Dani Rodrik, Professore di Economia Politica Internazionale presso la John F. Kennedy School of Government di Harvard

DHL Global Connectedness Report 2024: 10 punti chiave

1. La globalizzazione è a livelli record

Il mondo ha subito diversi shock nell'ultimo decennio, tra cui la guerra in Ucraina e la pandemia da Covid-19, che hanno interrotto le catene di approvvigionamento globali in una misura mai vista prima e, naturalmente, questi eventi hanno stimolato molte analisi sulle sfide della globalizzazione. Eppure, discostandosi dalle aspettative, la connettività globale ha raggiunto un livello record nel 2022 e vi è rimasta vicina nel 2023.

2. Singapore si aggiudica il 1° posto in classifica

Nonostante una popolazione di soli 5,6 milioni di abitanti ¹ Singapore, con la sua tassazione contenuta, infrastrutture eccellenti, forti settori bancari ed una popolazione quasi interamente urbana, è oggi una delle economie più avanzate del mondo. Inoltre le sue importanti operazioni portuali dimostrano come si trovi in una posizione di prestigio unica per poter eccellere nella globalizzazione, tanto che risulta essere il Paese più connesso al mondo.

3. Le relazioni commerciali USA-Cina: un percorso turbolento

Le crescenti tensioni hanno portato i due Paesi a ritirarsi dal commercio diretto tra loro nel 2023. Di recente si sono registrati anche cali delle quote di capitali, informazioni e flussi di persone che attraversano Stati Uniti e Cina. Tuttavia, non mostrano ancora un vero disaccoppiamento: rimangono collegati da flussi più imponenti rispetto a quelli di quasi tutte le altre coppie di Paesi.

4. Interruzione delle rotte commerciali Russia-Europa

Negli ultimi due anni, il commercio della Russia si è allontanato dai Paesi alleati dell'Occidente e gli investimenti stranieri in Russia sono crollati. Non sorprende che nel 2022 abbia quindi registrato il più importante calo della connessione globale mai rilevato per una delle maggiori economie in un solo anno, a riprova dell'impatto negativo dell'interruzione dei flussi commerciali transfrontalieri. 

5. I flussi globali non sono divisi dai blocchi geopolitici

Le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina hanno suscitato timori che una nuova possibile guerra fredda potesse fratturare l'economia globale in blocchi rivali. Tuttavia, la quota di scambi commerciali tra blocchi allineati agli Stati Uniti e quelli allineati alla Cina (Russia esclusa) è ora quasi tornata al livello pre-pandemia.

6. La globalizzazione frena la regionalizzazione

Nonostante le tensioni geopolitiche e le preoccupazioni per la resilienza della catena di approvvigionamento, la globalizzazione non ha lasciato il posto alla regionalizzazione. La maggior parte dei flussi internazionali avviene su distanze stabili o più lunghe, sostenute dalla crescita delle economie emergenti. Concentrandosi sul commercio, solo il Nord America mostra una chiara tendenza al nearshoring.

"I dati mostrano che non c'è stato alcun arretramento dall'attività commerciale internazionale a quella nazionale... La resilienza dei flussi globali a fronte di minacce senza precedenti invia un messaggio forte sul valore di un mondo connesso".

"I dati mostrano che non c'è stato alcun arretramento dall'attività commerciale internazionale a quella nazionale... La resilienza dei flussi globali a fronte di minacce senza precedenti invia un messaggio forte sul valore di un mondo connesso".

Steven A. Altman, Ricercatore Senior e Direttore dell'iniziativa DHL sulla globalizzazione, NY Stern University

7. La globalizzazione aziendale continua ad avanzare

I flussi globali sono trainati da imprese che investono in maniera consistente in progetti di espansione internazionale, il cui valore ha raggiunto il picco rispetto al PIL mondiale in oltre un decennio. Anche la quota transfrontaliera di fusioni e acquisizioni è stabile.

8. Previsioni commerciali in accelerazione

La pandemia da Covid-19 ha portato la quota del commercio nella produzione economica globale a un livello record nel 2022 ma nel 2023 il rallentamento della crescita macroeconomica, sulla scia del forte aumento dei tassi di interesse in molti Paesi, ha portato a un modesto calo dell'intensità del commercio globale. Le previsioni per il 2024 sembrano però brillanti: la crescita del commercio dovrebbe accelerare a un ritmo leggermente più veloce rispetto alla crescita del PIL.

9. I flussi di informazioni sono in fase di stallo

Negli ultimi due decenni, i flussi di informazioni hanno raggiunto il più alto livello di globalizzazione rispetto agli altri tre tipi di flusso. Tuttavia la tendenza si è arrestata nel 2022 e 2023, suggerendo che le tensioni geopolitiche e le restrizioni sui flussi dei dati tramite policy specifiche potrebbero iniziare ad impattare significativamente.

10. La globalizzazione ha un potenziale di crescita  

I flussi interni superano ancora di gran lunga quelli internazionali e l'attuale profondità di connessione globale del mondo è solo del 25%, su una scala che va dallo 0% (nessun flusso attraversa i confini nazionali) al 100% (i confini e la distanza non contano più).

"La globalizzazione non è finita, né nessuno dovrebbe desiderare che lo fosse, ma ha bisogno di essere migliorata e reinventata per l'era a venire".

"La globalizzazione non è finita, né nessuno dovrebbe desiderare che lo fosse, ma ha bisogno di essere migliorata e reinventata per l'era a venire".

Ngozi Okonjo-Iweala, Direttore Generale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio

Italia: connettività e potenziale di crescita del commercio

L'Italia si classifica al 36° posto su 181 economie nazionali, salendo di ben 3 posizioni dal 2017 e, negli ultimi cinque anni, il suo punteggio complessivo relativo al proprio livello assoluto di connettività, è aumentato di 1,7 punti. Inoltre, si aggiudica l’88° posto per profondità (+13 posti dal 2017) e il 10° per ampiezza (nessuna variazione).

Rispetto ai 4 "pilastri" che il DHL Global Connectedness Index comprende per la misurazione di profondità e ampiezza, l’Italia si posiziona al 44° posto (su 181 Paesi) in quello del commercio, al 33° (su 159 Paesi) in quello dei capitali, al 27° (su 161 Paesi) delle informazioni e al 22° (su 114 Paesi) nel pilastro delle persone. Tra le tipologie individuali dei flussi, l’Italia si contraddistingue per l’ampiezza del traffico di notizie online in uscita (3° posto), gli studenti internazionali in entrata (5° posto) e l’immigrazione (6° posto).

Rispetto alla connettività globale complessiva, i risultati del nostro Paese sono in linea con le aspettative prendendo in considerazione le sue caratteristiche strutturali come popolazione, PIL pro capite e prossimità ai mercati internazionali. Tuttavia nel caso specifico della profondità del commercio, il punteggio dell’Italia è di 5 punti sotto al livello previsto: una differenza particolarmente significativa, vista l’ubicazione dell’Italia in Europa, regione più connessa del mondo. Una profondità del commercio più alta potrebbe essere un obiettivo importante, dato che punteggi più elevati relativi alla dimensione di profondità dell’indicatore sono associati ad una crescita economica più rapida.

Scopri tutti gli approfondimenti sui mercati emergenti e sulla crescita del commercio globale per potenziare le tue decisioni di commercio oltre confine con il DHL Global Connectedness Report. Chissà dove potrebbe arrivare il tuo business...